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Introduzione di un nuovo gatto in casa

Category : Consigli per gatti , News

L’introduzione di un gatto in un nuovo ambiente do­mestico, dove vivono altri gatti, è un processo che può richiedere da pochi giorni ad alcune settima­ne o mesi. Seguire questo specifico protocollo vi aiu­terà a rendere l’introduzio­ne il più possibile senza problemi.

FEROMONI: Sono sostan­ze utilizzate dai gatti per la comunicazione tra di loro e verso loro stessi. Non sono percepibili da altre specie. Tra i vari feromoni, uno di particolare importanza, è quello che i gatti rilascia­no nell’ambiente, quando strusciano il muso contro gli oggetti. Tale feromone serve ad indicare loro, ogni volta che passano in quel luogo, che l’ambiente è si­curo. In commercio esiste un preparato sintetico a base di tale feromone, fe­liway, che può essere mol­to utile quando vogliamo introdurre un nuovo gatto, in un ambiente in cui non vi sono altri gatti. Consigliabi­le iniziare ad utilizzare il fe­liway già da un paio di set­timane prima, così che tale feromone sia già presente nell’ambiente. Il feliway esi­ste in forma di diffusore, da collegare ad una presa elettrica non coperta da mobili o altro, copre circa 60mq2 di casa, oppure di spray.

Altro Feromone molto importante nella vita dei mici è quello rilascia­to dalla mamma dalle ghiandole intermammarie specialmente durante l’allattamento. Tale fero­mone, che appartiene alla clas­se delle apaisine, contribuisce alla formazione del legame con la madre, oltre a donare al micio una sensazione di benessere, che abbassa rapidamente il suo livello di stress.

In commercio esiste un prepara­to sintetico a base di tale feromo­ne chiamato Feliway Friends può essere messo sia dove vivono i gatti, che nella stanza dove ini­zialmente starà il nuovo arrivato, per garantire una corretta intro­duzione graduale dei due mici.

Se invece non abbiamo gat­ti, non è obbligatorio preparare una stanza ad hoc, ma lo stes­so consigliabile, così come l’uso di feliway, il micio, infatti, si può abituare più facilmente ad un am­biente piccolo.

Il feliway non va mai spruzzato di­rettamente sui gatti.

Una volta che avete portato a casa il nuovo micio seguite que­sti step:

  1. Tenete il nuovo gatto nella stanza separata che avete prece­dentemente attrezzato con cioto­le di cibo (secco a disposizione, umido un paio di volte al giorno dato da voi, utile per stabilire una routine con il micio) e acqua, una lettiera (lontano da cibo e acqua), un graffiatoio, una cuccia (anco­ra meglio se fatta con una sca­tola di cartone e delle coperte dentro, così il gatto si può anche nascondere lì), giochi e percorsi sopraelevati (per es. mensole). Permettete al gatto di esplorare il nuovo ambiente da solo.
  2. Inizialmente non fate interagi­re i gatti tra loro, ma iniziate a far percepire la rispettiva presenza scambiando i loro odori lasciando un panno preventivamente strofi­nato nella zona del muso (mento e guance) e del dorso (base della coda) dell’altro micio, nei rispetti­vi ambienti dei due gatti.
  3. Osservate la loro reazione e successivamente scambiate la cuccia e altri oggetti tra i gat­ti per mescolare i loro odori, nel frattempo i due mici avranno co­minciato a percepire la rispettiva presenza anche da eventuali vo­calizzi emessi.
  4. Per scambiare ulteriori odori, strofinate un panno sulla faccia e corpo (specialmente le guance e la base della coda) del nuovo micio e dell’altro/degli altri gatti di casa. Quindi strofinate con que­sto panno la porta e gli angoli dei mobili, in modo da spargere que­sto odore nell’ambiente.
  5. Permettete al nuovo arrivato di esplorare nuove zone della casa, mentre tenete l’altro/gli altri gatti lontani.
  6. Iniziate brevi introduzioni visive tra i gatti, contenuti ognuno in una gabbietta, o attraverso la porta della stanza dove risiede il nuovo gatto, aprendola semplicemente di un dito. Fatelo per brevissimo tempo, diverse volte al giorno, e premiate i gatti per il fatto di stare tranquilli. Se notate con­tinue risposte aggressive, smettete di fare l’introdu­zione visiva, forse avete proceduto troppo in fretta. Se l’aggressività è molto elevata rivolgetevi ad uno specialista.
  7. Una vola che i gatti sem­brano tollerare la propria presenza e non mostrano posture aggressive, potete passare alla fase di contat­to fisico, lasciandoli intera­gire liberamente tra loro in una stanza sotto la vostra supervisione.
  8. Siate preparati ad inter­venire se dovesse esserci un aumento dell’aggressi­vità, lotta o inseguimenti, utilizzando metodi di di­strazione indiretta (un ru­more, acqua spruzzata da una bottiglia) o una coperta per contenere il gatto ag­gressivo. Non cercate mai di contenere un gatto agi­tato ed aggressivo diretta­mente, dato che potrebbe ridirigere la sua aggressivi­tà contro di voi.
  9. Non fate interagire i gatti senza supervisione, fino a quando non avete notato diverse interazioni tra loro senza alcuna aggressività e i gatti appaiono calmi alla presenza l’uno dell’altro, nel frattempo quando non interagiscono, il nuovo mi­cio continuerà a stare nella sua stanza.
  10. Continuate a mante­nere il nuovo micio e i gatti residenti in stanze sepa­rate per mangiare, finché non notate che non ci sono mai aggressioni e appaiono sempre tranquilli quando sono vicini.
  11. Giunto il momento di dargli da mangiare nella stessa stanza, non mette­te le ciotole vicine, questo potrebbe creare uno stress cronico per i gatti.
  12. Se il nuovo micio non si integra bene in casa e ci sono episodi di aggressività tra gatti nonostante abbiate seguito le istruzioni, contat­tate uno specialista.

Regola d’oro per gatti che vivono nello stesso ambien­te: Garantire spazio e risor­se sufficienti per tutti i gatti. Questo aiuterà i vostri gatti a vivere insieme in armo­nia.

Le risorse per un gatto sono: lettiera, ciotole di cibo e acqua (possibilmente secco separato da umido, ciotole di acqua sparse), posti per nascondersi e riposare, tiragraffi (l’ideale è metterli vicino a dove il gatto riposa, ai mici piace fare stretching dopo che si sono svegliati), zone sopraelevate, gio­chi.

Ognuna di queste risorse dovreb­be essere distribuita in posti dif­ferenti per prevenire che un gatto possa controllare un’area, cau­sando confronto indiretto e/o lotte con gli altri gatti per il possesso della stessa.

Se volete adottare un solo micio e non avete altri gatti in casa, met­tete il feliway prima di adottarlo e seguite i punti 1-4-5, questo aiuterà il micio ad ambientarsi in modo tranquillo.

 

Federica Gilberti Marangoni

Medico Veterinario

fgilbertimarangoni@enpamilano.org

 

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Come difendere dal freddo i nostri animali?

La domanda che spesso ci viene posta è se il gatto e il cane “soffrono” il freddo: ebbene, la risposta è sì. Può sembrare strano che il cane, derivante dal lupo, e il gatto facente parte della famiglia dei felini, cui appartiene anche il leone, possano essere così delicati, ma è proprio così. In realtà il fattore che crea più problemi è l’esposizione a continue differenze di temperatura: gli sbalzi termici, infatti, nuocciono ai nostri animali quando, ad esempio, in inverno si trovano a passare da appartamenti riscaldati a 20/22°C all’esterno con temperature di 0/4°C. Per questo motivo, con sempre maggior frequenza, i medici veterinari durante il periodo autunno/inverno, visitano animali con patologie respiratorie (laringotracheiti, riniti, bronchiti, etc.).

Come possiamo aiutarli preventivamente?

Nel cane potrebbe essere utile, al momento della passeggiata, farlo abituare gradualmente alle differenze di temperatura, trattenendosi qualche minuto in un ambiente meno caldo di casa come, ad esempio, può essere l’androne di un palazzo. Un altro importante consiglio è quello di coprire i nostri cani, specie se di piccola taglia o a pelo raso, con dei cappottini e asciugarli, dopo una passeggiata durante una giornata piovosa.

Nel gatto invece il consiglio più importante è quello di umidificare l’appartamento quando si accendono i riscaldamenti: i gatti soffrono molto se l’ambiente di casa è troppo asciutto. Questo fattore sembra essere alla base della loro frequente attitudine ad avere patologie bronchiali, su base asmatica, perché poco tollerano la polvere sprigionata dai caloriferi e la secchezza dell’aria causata dai sistemi di riscaldamento, specie se funzionanti a circolazione d’aria. Un altro consiglio utile è di evitare di farli soggiornare su terrazzi nei momenti più freddi della giornata e ricordare che è sempre fondamentale segnalare al veterinario i primi sintomi sospetti quali starnuti, scolo nasale e oculare, tosse, deglutizioni ripetute, riduzione dell’appetito, aumento della sete.

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Come proteggere i pet dalle alte temperature

A patire la canicola non sono soltanto gli uomini ma anche gli animali. Cani e gatti non “sudano” come noi e, per abbassare la loro temperatura corporea (già normalmente intorno ai 38,5°), aumentano i ritmi respiratori. Pertanto gli si deve sempre garantire un luogo ombreggiato e ventilato, acqua fresca, cibo leggero e facile da digerire.

Ecco allora alcune semplici regole per garantire un’estate serena anche ai nostri cari animali:

1) Non “dimenticare” mai un animale incustodito dentro l’auto: in questo periodo la temperatura interna dell’abitacolo sale rapidamente, anche con i finestrini aperti, e può raggiungere fino a 70°. Lasciarli nell’abitacolo dunque è una disattenzione che può condannarli a morte.

2) Se si dovesse notare un animale chiuso all’interno di un’automobile prestare attenzione ai sintomi di un colpo di calore (problemi di respirazione, spossatezza generalizzata). In questi casi un intervento immediato può salvargli la vita: se non si riuscisse a rintracciare il proprietario dell’autovettura, chiamare subito le forze dell’ordine chiedendo di far intervenire un carro attrezzi per spostare l’auto all’ombra. Fino al loro arrivo, è necessario abbassare la temperatura interna: bagnando la carrozzeria dell’auto, versando dell’acqua all’interno dei finestrini nel caso non fossero completamente chiusi per bagnare l’animale o farlo bere, sistemando giornali, teli o cartoni sul parabrezza e sui finestrini. In casi estremi è accaduto che cittadini abbiano rotto il finestrino dell’automobile per soccorrere il quattrozampe ed evitargli una morte certa. In queste circostanze l’ENPA, considerando come prevalente la salvezza dell’animale, offre il proprio sostegno legale.

3) In caso di ipertermia (la pelle scotta, l’animale barcolla o ha difficoltà a respirare) è necessario abbassare la temperatura all’animale bagnandolo con acqua fresca e applicando nell’interno coscia i siberini (i contenitori quadrati che contengono acqua ghiacciata e che vengono usati per tenere bassa la temperature dei frigoriferi portatili) coperti con una busta o con del tessuto per evitare di ferire la pelle dei quattrozampe.

4) Non costringere i cani a sforzi eccessivi. Sono assolutamente da evitare le passeggiate nelle ore più calde della giornata: oltre al colpo di calore, l’animale può scottarsi le zampe sull’asfalto arroventato. E’ consigliabile portare con sé una bottiglietta di acqua e una ciotola. Da evitare anche le gare o le attività sportive.

5) Anche i pet sono soggetti alle scottature solari. È possibile proteggerli applicando una crema solare ad alta protezione alle estremità bianche e sulle punte delle orecchie prima di farli uscire.

6) Per i pesciolini: l’ENPA ricorda che obbligare questi animali a vivere in un acquario significa infliggere loro inutili sofferenze. Tuttavia, chi dovesse possedere un acquario non dovrebbe esporlo al sole diretto. E’ inoltre importante cambiare l’acqua regolarmente avendo cura di togliere le alghe che si formano. Chi avesse un laghetto in giardino deve riempirlo regolarmente per compensare l’acqua che evapora e sostituire così l’ossigeno perso. Lo stesso vale per canarini e criceti che non dovrebbero essere costretti alla cattività e che, comunque, non dovrebbero mai essere lasciati sul balcone al sole diretto; le gabbiette vanno posizionate in un luogo fresco, arieggiato e ombreggiato.

7) Attenzione ai parassiti. Meglio applicare preventivamente un antiparassitario adatto alla specie e alla taglia: alcuni prodotti per cani possono essere letali per i gatti. Per i cani è fondamentale prevenire le punture dei flebotomi (sono simili alle zanzare) che possono trasmettere la leishmaniosi. In commercio sono disponibili anche preparati a base di olio di Neem, potente disinfettante e antiparassitario, che non presenta alcuna controindicazione anche per i soggetti più sensibili.

8) Allarme parassiti anche per i conigli e le cavie. In questo caso è necessario ispezionare attentamente ogni giorno l’animale per verificare l’eventuale presenza di uova di mosche sul pelo (infestano anche i cani), tenere pulito il luogo in cui vivono e cambiare almeno due giorni alla settimana la lettiera o il fondo.

In caso di dubbi è consigliabile consultare il proprio veterinario di fiducia. Le oltre 150 sezioni ENPA presenti sul territorio nazionale sono comunque a disposizione con ulteriori consigli e indicazioni.

(documento pubblicato nelle news di ENPA – 17 giugno 2013)

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Gatti e bimbi

Category : Consigli per gatti

Innanzitutto è necessario identificare il quadro famigliare e valutare se effettivamente l’inserimento di un gatto sia la scelta migliore per il tipo di famiglia e allo stile di vita che questa conduce.

I gatti sono animali molto sensibili e molto legati alla casa; situazioni famigliari non stabili o continui cambiamenti potrebbero stressare l’animale e portarlo ad avere atteggiamenti sbagliati come urinare in casa al di fuori della lettiera o interagire nel modo sbagliato con i vari componenti della famiglia.

Il voler soddisfare la richiesta di un bambino di avere un animale non può essere un motivo sufficiente per adottarne uno. Prima di accogliere in casa il nuovo componente a quattro zampe e quindi accontentare la richiesta del bimbo, i genitori devono essere a conoscenza di cosa comporta realmente avere un animale e delle sue necessità, l’impegno richiesto da parte di tutti i componenti della famiglia, i costi di gestione, il tempo da dedicare qualora l’animale di ammalasse, ecc.

Se i genitori per esempio sono assenti tutto il giorno, non è bene prendere un gattino se il bimbo è troppo piccolo, perché la corretta interazione tra gatto e bimbo deve sempre essere sotto la supervisione di un genitore. Inoltre ricordate che non sarà un gatto a colmare il vuoto creato dalla assenza dei genitori. Il motivo per cui insistiamo nello sconsigliarvi di prendere un gatto cucciolo con un bambino piccolo è perché (a meno che il bambino sia veramente molto calmo e tranquillo e i genitori abbiano una pazienza infinita) spiegare a un bambino piccolo il corretto modo di giocare con un gatto è impresa assai ardua.

L’irruenza, l’imprevedibilità e le energie giustamente smisurate di un bimbo non sono atteggiamenti particolarmente graditi ai felini. Inoltre, il modo di giocare dei gatti è molto violento e concitato in quanto consiste nel predare qualcosa, che sia una pallina o qualsiasi altro piccolo oggetto. Il bambino dovrà pertanto imparare, grazie all’aiuto dei genitori, come ci si deve comportare con un gatto quando questo vuole giocare e come farlo giocare. Contrariamente, ne ricaverà solo graffi e morsicature.

Solo identificando e rispettando quando il gatto vuole giocare, essere coccolato o lasciato tranquillo si potrà instaurare un bel rapporto tra il bimbo e il gatto. Chiedere a un bambino molto piccolo tali attenzioni è chiedergli troppo, forse meglio aspettare quando sarà più grande e responsabile.

 

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Episodi di aggressività

Category : Consigli per gatti

Quando un gatto domestico ha atteggiamenti aggressivi verso le persone è necessario innanzitutto capire cosa lo abbia portato ad attaccare e a reagire in questo modo, perché attribuire questo atteggiamento a una forma non meglio precisata di “pazzia” è ovviamente sbagliato.
Qualsiasi animale, se impossibilitato a scappare e impaurito, attaccherà per autodifesa. Nel nostro caso la reazione aggressiva potrebbe essere causata da diverse ragioni.

L’autodifesa di un gatto spaventato o disturbato da qualcosa
Cosa può spaventare molto un gatto? Un rumore improvviso, magari mai sentito finora. Ad esempio: una sirena d’ambulanza, il rumore di un trapano, il pianto o l’urlo di un bambino potrebbero scatenare reazioni di aggressività.

I gatti hanno un udito molto più sviluppato del nostro e sono molto sensibili da questo punto di vista. Quando un gatto si spaventa, evitate di prenderlo in braccio per cercare di rassicurarlo perché ricavereste solo graffi, morsicature e potreste essere attaccati seriamente. Il volerlo rassicurare tenendolo in braccio costringe il gatto all’immobilità, impedendogli qualunque via di fuga da ciò che per lui in quel momento è fonte di pericolo.

L’intervento migliore sul gatto in queste circostanze è dargli la possibilità di andarsi a nascondere in un luogo tranquillo, come peraltro farebbe in natura, per trovare conforto e sicurezza. Una volta eliminata la fonte di disturbo, l’animale riacquisterà fiducia e uscirà dal nascondiglio scelto. A questo punto, per rassicurarlo ulteriormente, fornire del cibo può essere saggio.

L’autodifesa di un gatto sottoposto allo stress di una gestione sbagliata
Come evitare una condizione di stress al gatto? Costruendo il contesto più equilibrato possibile, vale a dire:

  • corretta interrelazione con i vari componenti della famiglia, rinforzando il rapporto tra uomo e animale durante quelle attività che per il gatto sono altamente gratificanti, come quando gli si offre del cibo, durante le attività ludiche o di scambio di coccole nei momenti di relax;
  • corretta interrelazione con l’ambiente, dando la possibilità al gatto di crearsi dei propri luoghi di sicurezza dove potersene stare tranquillo (ad esempio posizionando cucce sopra ad armadi, mensole o luoghi appartati); rispettando le esigenze etologiche che si esprimono con il saltare su mobili o mensole sopraelevate o col farsi le unghie per “firmare” la proprietà del territorio; rispettando le fasi di attività di riposo e di gioco del gatto, facendolo giocare con palline, giochi appesi o topolini in pezza quando richiesto; quando invece è tranquillo e rilassato, coccolandolo delicatamente.

Il risultato dell’aver fatto associare al gatto nel tempo, tramite il gioco, la nostra persona (mani e piedi) ad un oggetto da attaccare
Il modo di giocare dei gatti è molto irruente perché richiama la caccia ad una preda. Fino a quando le finte prede che il gatto deve cacciare sono palline, topolini in pezza o altri oggetti non nascono problemi ma quando si inizia a far giocare il proprio gatto con le nostre mani o con i piedi, indirettamente gli si sta insegnando ad associarci ad una preda.

Non ci si deve quindi stupire se poi il gatto ci tenderà un agguato saltandoci addosso ad esempio mentre stiamo dormendo. Se si arriva a questo punto, avremo probabilmente compromesso il corretto modo di relazionarci con lui perché l’animale ha ormai creato una collegamento tra noi e le prede da cacciare.

In sintesi quindi, utilizzare le nostre mani per far giocare il nostro gatto potrebbe equivalere a far giocare un bambino con dei coltelli: il rischio che col tempo ci si faccia male è alto. Meglio usare giochi adeguati e non correre rischi inutili.

Anche coccolare molto energicamente un gatto può scatenare questo tipo di aggressività perché l’animale si sovreccita e tende a graffiare e mordere. Il gatto deve associare le nostre mani a una rilassante fonte di coccole e grattamenti.

Ricordiamo comunque che ogni caso di aggressività deve essere analizzato nella sua specificità e se un serio problema di aggressività persiste è necessario rivolgersi a validi terapisti comportamentali per identificare la causa e ricostruire una corretta relazione.

 

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In vacanza con il gatto

Se avete la possibilità di portare con voi in vacanza il vostro animale, seguite alcune buone regole di comportamento per evitare spiacevoli incidenti. Capita più facilmente infatti che gli animali domestici, quando ci accompagnano in villeggiatura, vengano smarriti o subiscano incidenti, avendo più facili via di fuga rispetto alla vita in appartamento.

Inoltre alcuni gatti soffrono il semplice trasporto in auto e il loro malessere (che spesso esita nel vomito) è indipendente dal fatto che viaggino a stomaco vuoto o pieno e quindi l’opportunità di muoversi con il proprio gatto al seguito va sempre considerata ogni volta che dobbiamo affrontare un viaggio.

Dobbiamo quindi fare una corretta valutazione relativa ai rischi e pericoli che potremmo incontrare. Se vogliamo consentire al gatto di uscire dall’abitazione, la clausola essenziale è che l’animale sia sterilizzato poiché, contrariamente, il suo istinto d’accoppiamento lo porterà ad allontanarsi da casa e a non tornare. Dovrà sempre essere il gatto a uscire scegliendo autonomamente il momento giusto. Non forzatelo mai: il risultato sarebbe quello di spaventarlo e renderlo nervoso. Quando farete uscire il gatto di casa dovrete prima di tutto aver chiuso, per quanto possibile, tutte le potenziali vie di fuga che diano accesso diretto a strade trafficate o altri pericoli.

Le prime uscite dovranno essere brevi e con voi sempre presenti. Il gatto potrebbe essere molto nervoso perché tutto sarà nuovo per lui e quindi molto entusiasmante o allarmante. Cercate di farlo uscire quando è a stomaco vuoto: in questo modo avrete un chance in più di farlo rientrare in casa richiamandolo con il cibo (ad esempio agitando la scatola dei croccantini). Aumentate gradualmente il tempo che il vostro gatto passa fuori casa e, quando ritorna, premiatelo sempre dandogli cibo a lui gradito. Utilizzate un collarino con medaglietta che riporti i vostri dati, in modo da consentire una facile restituzione dell’animale qualora fosse rinvenuto da terzi. Ricordate sempre di lasciarlo libero di uscire solo quando voi siete presenti, perché contrariamente, se gli succedesse qualcosa, nessuno potrebbe soccorrerlo. È assolutamente importante sottolineare che, qualora transitassero nel vostro giardino gatti randagi anche solo di passaggio, il rischio che il vostro gatto si ammali è alto: venendo a contatto con escrementi o saliva di altri gatti potrebbe infatti contrarre patologie infettive gravi e non curabili come la Felv ( Leucemia Felina), estremamente diffusa negli animali randagi.

Cosa fare se non è possibile portare il nostro gatto in vacanza e preferiamo non lasciarlo in pensione?

Non sempre è possibile portare i nostri animali con noi quando andiamo in vacanza. La soluzione migliore che possiamo consigliarvi è quella di trovare una persona fidata (portinaio, amici o parenti) che sia disposta a venire a casa vostra per alimentare e pulire la cassetta del vostro gatto, anche una sola volta al giorno. In questo modo l’animale, restando nel suo ambiente, non verrà privato della sua libertà e sarà accudito come solitamente viene fatto da voi. Optando invece per una pensione, il vostro gatto si troverebbe inevitabilmente di punto in bianco in una gabbia che, per quanto grande possa essere, verrà vista come un ambiente sconosciuto dove, oltre a rumori, odori e persone a lui sconosciute, ci saranno anche molti altri animali a lui perfettamente estranei. 

Se il gatto potesse scegliere, senza alcun dubbio, tra l’essere messo in una gabbia e lo stare anche da solo per un certo periodo nella sua amata casetta, crediamo che opterebbe per la seconda soluzione. L’unico accorgimento da prendere in questi casi è togliere ciò che senza una vostra supervisione potrebbe diventare un pericolo per gli animali (come piante che se ingerite potrebbero creare problemi o accesso a balconi che senza il vostro controllo diventerebbero luogo poco sicuro).

Cosa fare quando l’unica opzione possibile è la pensione?

Anche se l’utilizzo di una pensione per animali dovrebbe essere ridotto soltanto ai casi di reale necessità, per evitare inutili traumi all’animale, è importante che la scelta della pensione sia fatta in modo responsabile. Presso le diverse associazioni protezionistiche giungono spesso segnalazioni riguardo alle condizioni in cui molte pensioni custodiscono gli animali e molti proprietari, specie durante il periodo estivo quando vi possono essere condizioni di sovraffollamento, ritrovano il proprio cane o gatto in condizioni ben diverse da quelle in cui lo hanno consegnato. Le cause di questi inconvenienti sono diverse.

Talvolta questo accade per patologie che insorgono durante il periodo di soggiorno e sono imputabili alla scarsa attenzione del proprietario (animali consegnati in condizione di salute non buona, vaccinazioni non eseguite, eventuali allergie non segnalate, ecc.) ma il più delle volte è l’improvvisazione di molti gestori di pensioni la vera causa dei problemi, con conseguente danno per gli animali affidati alla loro custodia.
Come fare quindi per scegliere la migliore pensione per il nostro quattro zampe? ENPA, non volendo suggerire un elenco di strutture, può fornire una serie di consigli utili per valutarle al meglio e trovare la soluzione ottimale per la permanenza del nostro amico peloso, evitando con molta probabilità di incorrere nei problemi di cui abbiamo parlato. Ad ogni modo, attenendosi alle raccomandazioni fornite, sarà comunque possibile evitare, in caso di contenzioso, di non essere in possesso della documentazione utile per poter intentare un’eventuale causa di risarcimento danni.

Di seguito trovate un elenco dei consigli che riteniamo più importanti.

  1. Fare sempre un sopralluogo nella pensione, prima di lasciare Fido o Micio, per verificare personalmente il tipo di servizio offerto e che l’ambiente in cui verrà ospitato il nostro amico sia dotato di box sufficientemente spaziosi, costruiti con materiali facilmente lavabili/disinfettabili e organizzati in modo da non creare traumi o ferite all’animale (ad esempio vecchie reti arrugginite). È inoltre fondamentale che ogni animale abbia il suo box per evitare condizioni di promiscuità.
  2. Non rivolgersi ai negozi di animali, che generalmente non hanno una pensione e per questo utilizzano spazi insufficienti ad ospitare dignitosamente i nostri amici e/o si affidano a pensioni di terzi dove diventa complicato mantenere un adeguato margine di controllo.
  3. Lasciare in pensione soltanto animali sani, possibilmente in età adulta e preventivamente abituati a periodi di distacco dal proprietario. A questo scopo per l’animale sarebbe importante avere la possibilità di abituarsi in modo graduale alla nuova sistemazione attraverso alcune “visite esplorative”: prima lasciandolo alla pensione per un a giornata (dalla mattina alla sera) e poi, a distanza di una settimana, per 24-36 ore; in questo modo non subirà traumi da separazione improvvisa e sarà inoltre possibile controllare l’efficienza e la sensibilità degli addetti, la compatibilità con altri eventuali animali e l’igiene dell’ambiente.
  4. Vaccinare gli animali prima dell’affidamento al fine di ottenere una copertura il più possibile efficace contro le maggiori malattie di natura virale effettuando anche trattamenti antiparassitari. Richiedete al medico curante di rilasciarvi un certificato in cui si attesti che l’animale è in buona salute, da consegnare in copia al titolare della pensione.
  5. Accertarsi che la pensione disponga di un adeguato servizio veterinario in grado di esaminare accuratamente gli animali. Non dimenticare di lasciare uno o più recapiti telefonici al responsabile della pensione affinché possa contattarvi nel caso in cui dovessero insorgere problemi di salute o di altra natura dell’animale.
  6. All’atto della consegna dell’animale chiedere espressamente che venga rilasciata una ricevuta dell’avvenuto ritiro.
  7. Segnalare alla struttura eventuali allergie a farmacio alimenti.
  8. Incaricare, se possibile, qualche amico o conoscente di recarsi saltuariamente a far visita all’animale per constatare le sue condizioni di salute.
  9. Al ritorno dalle vostre vacanze, una volta ritirato l’animale (non dimenticate la ricevuta di pagamento), sarebbe preferibile portarlo dal veterinario per una visita di controllo. Se l’animale presenta qualche malattia o ha un problema riconducibile ai giorni di degenza in pensione, si consiglia di inviare una raccomandata (con una copia del certificato rilasciato dal veterinario) ai titolari entro otto giorni a partire dalla data della diagnosi evidenziando quanto rilevato. Questa comunicazione è indispensabile se si vuole ufficializzare il reclamo con le correlative finalità legali.

 

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Dove si farà le unghie?

Category : Consigli per gatti

La pratica del “farsi le unghie” fa parte della natura del gatto ed è un comportamento insopprimibile. I gatti si fanno le unghie sulle piante o su altre superfici ruvide per rinnovare gli artigli che si sfaldano e mantenerli così ben affilati. Gli artigli sono indispensabili per la buona riuscita della caccia, sono le armi che gli servono per procurarsi il cibo e lui ne ha quindi gran cura.

Il farsi le unghie, però, è anche un sistema per trasmettere messaggi: visivi (grazie ai graffi lasciati) e olfattivi (tramite gli odori prodotti da ghiandole che si trovano vicino ai polpastrelli delle zampe). Il gatto lascia questi messaggi perché vuole comunicare ad altri gatti la sua presenza. inoltre, per i gatti graffiare superfici verticali è un sistema per fare stretching e così allungare la muscolatura.

Per evitare che decida di utilizzare i mobili o i divani per lasciare questi messaggi, bisognerà procurarsi un pezzo di tronco con la corteccia o un grattatoio di quelli in commercio nei negozi che vendono prodotti per animali. Il grattatoio dovrà essere sistemato in un luogo in vista e fissato in verticale, legandolo saldamente a qualcosa in modo che sia molto stabile, quando il gatto lo utilizzerà. Contrariamente il gatto potrebbe scegliere altri posti dove farsi le unghie.

Tipologie di grattati gradite ai gatti


Grattatoio in cartone
Vengono venduti anche nei supermercati e spesso sono perfino aromatizzati con erbe molto gradite ai gatti. Il costo è relativamente basso ma l’unico inconveniente è che, utilizzandolo, il gatto romperà il cartone in pezzettini che poi dovranno essere inevitabilmente raccolti. Spesso i gatti gradiscono anche dormirci sopra. Ciclicamente dovrà essere sostituito perché col tempo viene totalmente distrutto.

Grattatoio costruito artigianalmente 

Per fabbricarlo occorre: una tavola in legno dello spessore di circa 1 cm, larga circa 80 cm x 60 cm, che servirà come base, alla quale verrà fissato in mezzo con quattro giunte a elle di circa 10 cm un palo in legno grezzo, ma privo di corteccia, alto circa 1 metro (comunemente venduto negli ingrosso di giardinaggio come palo per recinzioni).


Tappeto in lattice

Ottimi sono anche i tappeti in lattice, venduti solitamente come gioco per bambini. L’unica attenzione che bisogna porre è nel verificare che il gatto non inghiotta i pezzettini asportati facendosi le unghie. 
Altre strutture gradite sono gli zerbini o stuoie in cocco oppure anche dei semplici pezzi di moquettes. 
Anche gli scatoloni sono un ottimo sistema a costo zero, da mettere a disposizione ai vostri gatti.

 

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La cuccia

Category : Consigli per gatti

Anche per quanto riguarda la cuccia non è necessario spendere cifre esorbitanti per costosi cesti griffati. Per lui l’importante è che sia comoda, morbida e posta in un luogo tranquillo, dove non dovrà mai essere disturbato.

Il gatto apprezza anche una cuccia economica, allestita con scatole o cesti di recupero imbottiti con vecchi cuscini o plaid o maglioni. Gli scatoloni sono a loro molto graditi per raggomitolarcisi dentro, indipendentemente dalle dimensioni.

Se poi sbadatamente vi dimenticate aperti cassetti o armadi, renderete molto felice il vostro gatto.
Inoltre, spesso scelgono come luoghi dove andare a fare un pisolino posti assolutamente assurdi.

 

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L’alimentazione dei gatti

Category : Consigli per gatti

Per affrontare questo lungo ed importante argomento, vediamo innanzitutto di fare un po’ di chiarezza su un dubbio pressoché amletico.
Meglio l’alimentazione casalinga o quella in scatola?
È difficile dare una risposta certa, in un’epoca in cui il ritorno alla natura si scontra inevitabilmente con la necessità quotidiana di avere a portata di mano pasti comodi e pronti per i nostri animali.

Cercheremo in ogni modo di fornirvi alcuni suggerimenti cercando di seguire le vostre necessità, senza mai ovviamente trascurare quelle dei vostri beniamini.

Il cibo in scatola

Innanzitutto cominciamo con il dire che i cibi in scatola sono in genere costituiti da sottoprodotti della macellazione avicola, cunicola o ittica, da farine varie (d’ossa, soia, latte ecc.), il tutto addizionato con sali minerali e vitamine (non arricciate il naso perché stiamo parlando d’alimenti completi e ben bilanciati). Se il vostro animale li tollera bene, ossia non vomita, non ha dissenteria o altri disturbi, potrete tranquillamente usarli ma con qualche precauzione: abituatevi a leggere le etichette dei cibi che acquistate perché potreste scoprire cose molto interessanti e comprendere quale sia il prodotto migliore per il vostro animale.

Non date mai al vostro micio alimenti per cani: questi cibi sono solitamente carenti di un aminoacido essenziale per il gatto, la taurina, e pertanto questa alimentazione impropria può causare problemi quali dilatazione cardiaca e cecità. Un altra prassi scorretta, purtroppo molto diffusa, è quella di addizionare i cibi umidi in scatola con altri alimenti come pasta o riso: ricordate che il contenuto di ogni scatoletta è già perfettamente bilanciato e pertanto non necessita di ulteriori aggiunte. Se invece avete il tempo per preparare una razione casalinga questa, se ben realizzata, può soddisfare le necessità di un’alimentazione equilibrata.

La preparazione casalinga

  • Carni rosse o bianche: ricordatevi di cuocerle sempre onde evitare l’insorgenza di parassitosi. Inoltre, non è assolutamente necessario acquistare tagli di prima scelta: quelli da bollito, le cosce o la trita di tacchino, il pollo, il coniglio andranno molto bene. Ottimo anche il pesce che va sempre cotto per inattivare un enzima (tiamina) che distrugge la vitamina B1 e impedisce l’assorbimento del ferro. Il tonno in scatola così come la carne congelata non devono costituire la base della dieta poiché contengono grassi facilmente ossidabili che, irrancidendo, possono causare all’animale difficoltà digestive, perdita dell’appetito, diarrea, e anche problemi epatici più gravi.
    Il fegato può essere somministrato ogni tanto, ma fate attenzione perché è un alimento ricco di glucosio e può provocare diarree. Ricordate anche che è un alimento che deve sempre essere somministrato cotto, in quanto crudo crea una grave ipervitaminosi A con conseguenti problemi di calcificazione. In sintesi il vostro gatto si dovrà accontentare di mangiare il fegato solo cotto e al massimo una volta ogni 15 giorni.
    La carne di cavallo può essere usata, mentre è chiaramente sconsigliabile quella di maiale e tutti gli insaccati. In alternativa alla carne possiamo utilizzare un uovo, cucinato alla coque (tuorlo crudo ed albume cotto) facendo ben attenzione alle allergie, oppure i formaggi freschi come la ricotta, la crescenza o il caprino. Il formaggio grana può provocare fenomeni allergici.
  • Sostanze amilacee (contenenti amido): la cottura di ogni sostanza che contiene amido deve essere sempre prolungata, perché questo ne favorisce la digestione. Il riso, la pasta e il pane (raffermo è più digeribile) vanno bene anche se a volte il glutine della pasta può dare fenomeni allergici.
  • Verdure (da dare sempre bollite): carote e zucchine e fagiolini sono le più gradite, ma possiamo utilizzarne anche altre come insalata cotta, erbette ecc.
    Ricordate però che se il vostro animale soffre di diarrea, le carote devono essere date senza aggiungere le verdure verdi, mentre in caso di stipsi dovremo comportarci al contrario, cioè niente carote ma solo verdure verdi. Evitate l’utilizzo delle cipolle in quanto possono dare problemi gravi al vostro animale.
  • Grassi, oli e integrazioni vitaminico-minerali: contrariamente a quanto si pensi, i carnivori sopportano bene i cibi con percentuali anche elevate di grassi. Per quanto riguarda gli oli, sono da preferire quello di mais (o di girasole) che contiene acidi grassi essenziali e l’olio di oliva, consigliabile per il suo alto contenuto di vitamine.
    Un cucchiaio al giorno di ciascuno di questi due oli è sufficiente per un gatto adulto. Il lievito di birra secco è ricco di vitamine del completo B1 è può essere somministrato ogni tanto come integrazione alla dieta, ma attenzione a quello fresco che può provocare ritenzione d’aria negli intestini del vostro animale.
    Un pizzico di sale da cucina va sempre aggiunto nella razione, ma quando l’animale manifesta una vera e propria carenza di sali minerali, ad esempio leccando i muri o il terreno, consultate sempre il veterinario per maggiori informazioni.
    Le vitamine vanno aggiunte alla dieta in alcuni casi: durante la crescita, la gravidanza, l’allattamento, in caso di malattie infettive, parassitarie o comunque debilitanti. Se somministrate senza eccedere, le vitamine possono fare dei veri e propri miracoli, senza causare danni come diversamente può accadere con i farmaci.
  • Alimenti che creano problemi: in merito all’alimentazione secca (croccantini) è bene consultare il veterinario, in quanto l’utilizzo di questo tipo di cibo come dieta base potrebbe creare dei problemi all’animale. Molte persone, durante il pasto a alla fine, somministrano dolci, caramelle o altri zuccheri ai propri animali, inutile ricordare che l’unico effetto di questo gesto è predisporre il proprio gatto all’obesità, al diabete e patologie gastroenteriche.
    Il cioccolato inoltre contiene una sostanza, la teobromina, responsabile di un’intossicazione acuta, a volte mortale . È possibile introdurre gradualmente il latte nell’animale adulto sano e non più di una volta al giorno, ma valutare che sia ben tollerato. Si ricorda che in ogni caso non è un alimento strettamente necessario.

Per concludere, l’acqua

Alcune persone pensano che i gatti non bevano, ma questa è un’informazione sbagliata. Hanno sempre bisogno di avere acqua fresca a disposizione e alcuni di loro bevono addirittura direttamente dai rubinetti aperti. Ricordiamo che i fabbisogni idrici dei gatti sono più elevati nei giovani e nelle femmine in lattazione.
Un ultimo piccolo consiglio: è preferibile distribuire le razioni ad ore regolari e di preferenza durante l’orario dei pasti famigliari, per evitare che l’animale assuma il ben noto atteggiamento da “mendicante”.

 

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Il trasportino

Category : Consigli per gatti

Abituate il gatto a pensare che il trasportino sia una cosa divertente o comunque rassicurante: lasciatelo perciò in giro per casa aperto, eventualmente coperto da un telo, come se per il gatto fosse una tana e mettete al suo interno un po’ di cibo o dei giochi. Ogni volta che dovrete chiudervi il gatto coccolatelo, una volta entrato, infilando la mano dalla fessura dello sportello. In questo modo il vostro gatto si sentirà rincuorato. Fate questa operazione sia quando lo mettete dentro il trasportino che quando lo farete uscire.

Durante la fase del trasporto vero e proprio è consigliabile coprire la gabbia con un telo in maniera che il gatto si senta protetto e non si spaventi alla vista di tutto ciò che accade intorno. Inoltre, quando sorreggete la gabbia, fate molta attenzione a non farla urtare contro spigoli o altri ostacoli perché il gatto si spaventerebbe facilmente.


Anche in questo caso vale la regola di evitare che il gatto associ l’utilizzo del trasportino a conseguenze negative, quali l’essere sballottato da una parte all’altra, o il dover subire altre fonti di stress. 
Il fatto che il gatto stia immobile non sempre significa che si trova a suo agio, potrebbe invece sentirsi molto spaventato e resti quindi fermo, non avendo la possibilità di scappare. 
L’aspetto comportamentale del gatto, quindi, non deve assolutamente essere trascurato. Un gatto gestito correttamente non sarà mai un animale aggressivo.

Se avete adottato un gatto dalla nostra Sede, saremo ben lieti di fornire ulteriori chiarimenti in merito a qualunque dubbio o perplessità, onde evitare di commettere errori, seppur involontariamente e in buona fede, nella gestione del proprio animale.

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