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I consigli di ENPA Milano per proteggere i pets dal caldo

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A patire la canicola non sono soltanto gli uomini ma anche gli animali. Cani e gatti non “sudano” come noi e per abbassare la loro temperatura corporea (già normalmente intorno ai 38,5°) aumentano i ritmi respiratori. Pertanto si deve sempre garantire loro un luogo ombreggiato e ventilato, acqua fresca, cibo leggero e facile da digerire.
Ecco allora alcune semplici regole per garantire un’estate serena anche ai nostri animali:

1) Non “dimenticare” mai un animale incustodito dentro l’auto: in questo periodo la temperatura interna dell’abitacolo sale rapidamente, anche con i finestrini aperti, e può raggiungere fino a 70°. Lasciarli nell’abitacolo dunque è una disattenzione che può condannare l’animale a morte, mentre il proprietario rischia una denuncia penale e il sequestro dell’autoveicolo.

2) Se si dovesse notare un animale chiuso all’interno di un’automobile prestare attenzione ai sintomi tipici del colpo di calore (problemi di respirazione, spossatezza generalizzata). In questi casi un intervento immediato può salvargli la vita: se non si riuscisse a rintracciare nell’immediatezza il proprietario dell’autovettura, chiamare subito le forze dell’ordine. Fino al loro arrivo, è necessario cercare di creare dell’ombra all’interno del veicolo, sistemando ad esempio alcuni giornali sul parabrezza e, nel caso in cui i finestrini non dovessero essere completamente chiusi, versando dell’acqua all’interno per bagnare l’animale e farlo bere. In casi estremi è accaduto che cittadini abbiano rotto il finestrino dell’automobile per soccorrere il quattrozampe ed evitargli una morte atroce. Questo gesto può comportare delle conseguenze anche gravi per chi lo compie se non è dimostrato l’assoluto stato di necessità: per questo è importante essere cauti e tenere questo comportamento come ultima soluzione.

3) In caso di ipertermia (la pelle scotta, l’animale barcolla o ha difficoltà a respirare) è necessario abbassare repentinamente la temperatura corporea bagnando l’animale con acqua fresca e applicando nell’interno coscia sacchetti di ghiaccio o altri materiali refrigeranti, con la precauzione di ricoprirli sempre con del tessuto per evitare di ustionare la pelle del cane o del gatto con il ghiaccio.

4) Non costringere i cani a sforzi eccessivi. Sono assolutamente da evitare le passeggiate nelle ore più calde della giornata: oltre al colpo di calore, l’animale può scottarsi le zampe sull’asfalto arroventato. E’ indispensabile portare sempre con sé una bottiglietta di acqua e una ciotola. Da evitare anche le gare o le attività sportive.

5) I nostri animali sono soggetti alle scottature solari, specie se vengono impropriamente tosati nella stagione estiva. Fare quindi molta attenzione e chiedere sempre consiglio al veterinario prima di eseguire tosature casalinghe nei periodi più caldi dell’anno.

6) Per i pesci da acquario Enpa, seppur contraria alla cattività degli animali, ricorda a chi possiede un acquario di non esporlo mai al sole diretto, cambiando l’acqua regolarmente ed avendo cura di togliere le alghe che si formano. Chi avesse un laghetto in giardino deve riempirlo regolarmente per compensare l’evaporazione e sostituire così l’ossigeno perso. Lo stesso vale per canarini e criceti che non devono mai essere lasciati sul balcone al sole diretto; le gabbie vanno posizionate in un luogo fresco, arieggiato e ombreggiato, ricordando sempre che gli animali non convenzionali non riescono ad avere benessere nelle nostre case.

7) Attenzione a insetti e parassiti che sono tipici dell’estate: meglio applicare preventivamente un antiparassitario adatto alla specie e alla taglia. Per i cani è fondamentale prevenire le punture dei flebotomi (sono simili alle zanzare) che possono trasmettere la leishmaniosi. In commercio sono disponibili anche preparati a base di olio di Neem, potente disinfettante e antiparassitario, che non presenta alcuna controindicazione anche per i soggetti più sensibili, ma comunque fatevi sempre consigliare dal vostro veterinario che saprà indicare la scelta più opportuna, anche sulla base di una visita di controllo che è opportuno fare prima di viaggi e spostamenti. Questo discorso vale anche per i conigli e le cavie ed è necessario ispezionare attentamente ogni giorno l’animale tenere pulito il luogo in cui vivono e cambiare almeno ogni due giorni la lettiera o il fondo.

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Irene Franco

Direttore Sanitario

Clinica ENPA Milano

 

 

 

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I piccoli uccelli e il freddo

Category : Consigli stagionali , News

Negli ultimi anni gli inverni non sono stati molto rigidi, in particolare gli ultimi due e non lo sono stati per lunghi periodi di tempo, limitandosi soltanto a qualche sporadico breve episodio con gelate notturne o fasi di siccità.

Questo non significa che anche quello che ci stiamo preparando a vivere avrà le stesse caratteristiche in quanto il tempo è imprevedibile e, proprio per questo, risulta difficile fare previsioni meteorologiche di lunga durata.

La natura risponde comunque al cambio climatico causato dall’incedere delle stagioni, preparandosi e predisponendosi alle variazioni di luce e temperatura che dovrebbero normalmente essere come calendario vorrebbe.

Seguendo i cicli naturali molti animali vanno in letargo, altri migrano, altri ancora invece restano e vivono nello stesso territorio ma cambiando abitudini. Un esempio è il pettirosso che alle nostre latitudini dalle colline si avvicina alle pianure e alle aree urbane, dove è più facile trovare modi alternativi per scaldarsi e reperire facilmente cibo senza dover per forza migrare.

Ovviamente in questo periodo ci possono essere anche tante giornate con temperature sotto lo zero, di siccità o piuttosto con la presenza di forti e persistenti nevicate, che potrebbero creare serie difficoltà alla fauna selvatica nel riuscire a trovare cibo e acqua.

Queste difficoltà colpiscono in particolare i piccoli uccelli che in queste condizioni difficili si trovano a patire maggiormente i rigori stagionali, essendo molto più vulnerabili al freddo e spendendo molte energie per il mantenimento della temperatura corporea.

Non sono stati rari i casi in passato nei quali gli operatori di ENPA sono stati chiamati per soccorrere uccelli che per trovare tepore e a volte anche cibo sono entrati in grandi magazzini, supermercati o grossi capannoni senza però riuscire più a trovare la via di fuga.

Per questo nei periodi invernali consigliamo ai nostri sostenitori di pensare anche agli animali che potrebbero avere più necessità di trovare acqua o cibo, predisponendo sui propri terrazzi, balconi, davanzali o giardini, dei punti di ristoro per i piccoli uccelli con alimenti calorici (noci, nocciole, margarina impastata con semi) e un recipiente con dell’acqua, controllando di tanto in tanto che non ghiacci (un pezzo di legno posto all’interno del recipiente può rallentare la formazione del ghiaccio).

In molti negozi e sulla rete potrete trovare in vendita piccole mangiatoie realizzate appositamente per l’alimentazione soprattutto degli uccelli selvatici (ad esempio scriccioli e cince, merli e pettirossi) dove poter mettere frutta molto matura, frutta secca, bacche e semi di vario tipo. Senza dimenticare le palle di grasso e frutta secca che sono normalmente vendute ma che possono essere anche realizzate in casa con poca fatica, seguendo la pratica ricetta che trovate a fondo pagina.

La “buona azione”, diventa ancora più interessante ed educativa se a preparare il cibo e a predisporre le mangiatoie saranno i nostri bambini, che oltre a divertirsi potranno iniziare ad avvicinarsi agli animali, apprezzando così maggiormente le “magie” della natura.

 PALLA DI BABBALU’

Come promesso vi spieghiamo come è possibile realizzare la cosiddetta “Palla di Babbalù”, un composto fatto con 100 grammi di margarina, 70 grammi di farina 00 o farina gialla, uva sultanina a piacere, un pugno di semi misti, frutta secca a pezzetti, briciole di dolci. Dopo aver mescolato e amalgamato il tutto sarà sufficiente prendere un vaso vuoto dello yogurt, adagiarci all’interno una reticella, tipo quella che contiene i limoni e le arance, versare il composto, chiudere la rete e metterlo in frigorifero. Dopo due ore sarà sufficiente estrarlo dal vasetto tirando la retina ed appenderlo vicino ad una pianta o a un posatoio dove gli animali lo possano raggiungere. Questa leccornia sarà fonte di  di grasso e di proteine, servendo agli uccelli per trovare le componenti energetiche necessarie al loro nutrimento e al mantenimento della propria temperatura corporea.

Tratto dall’edizione di dicembre 2016 di “Fauna”

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Come difendere dal freddo i nostri animali?

La domanda che spesso ci viene posta è se il gatto e il cane “soffrono” il freddo: ebbene, la risposta è sì. Può sembrare strano che il cane, derivante dal lupo, e il gatto facente parte della famiglia dei felini, cui appartiene anche il leone, possano essere così delicati, ma è proprio così. In realtà il fattore che crea più problemi è l’esposizione a continue differenze di temperatura: gli sbalzi termici, infatti, nuocciono ai nostri animali quando, ad esempio, in inverno si trovano a passare da appartamenti riscaldati a 20/22°C all’esterno con temperature di 0/4°C. Per questo motivo, con sempre maggior frequenza, i medici veterinari durante il periodo autunno/inverno, visitano animali con patologie respiratorie (laringotracheiti, riniti, bronchiti, etc.).

Come possiamo aiutarli preventivamente?

Nel cane potrebbe essere utile, al momento della passeggiata, farlo abituare gradualmente alle differenze di temperatura, trattenendosi qualche minuto in un ambiente meno caldo di casa come, ad esempio, può essere l’androne di un palazzo. Un altro importante consiglio è quello di coprire i nostri cani, specie se di piccola taglia o a pelo raso, con dei cappottini e asciugarli, dopo una passeggiata durante una giornata piovosa.

Nel gatto invece il consiglio più importante è quello di umidificare l’appartamento quando si accendono i riscaldamenti: i gatti soffrono molto se l’ambiente di casa è troppo asciutto. Questo fattore sembra essere alla base della loro frequente attitudine ad avere patologie bronchiali, su base asmatica, perché poco tollerano la polvere sprigionata dai caloriferi e la secchezza dell’aria causata dai sistemi di riscaldamento, specie se funzionanti a circolazione d’aria. Un altro consiglio utile è di evitare di farli soggiornare su terrazzi nei momenti più freddi della giornata e ricordare che è sempre fondamentale segnalare al veterinario i primi sintomi sospetti quali starnuti, scolo nasale e oculare, tosse, deglutizioni ripetute, riduzione dell’appetito, aumento della sete.

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Come proteggere i pet dalle alte temperature

A patire la canicola non sono soltanto gli uomini ma anche gli animali. Cani e gatti non “sudano” come noi e, per abbassare la loro temperatura corporea (già normalmente intorno ai 38,5°), aumentano i ritmi respiratori. Pertanto gli si deve sempre garantire un luogo ombreggiato e ventilato, acqua fresca, cibo leggero e facile da digerire.

Ecco allora alcune semplici regole per garantire un’estate serena anche ai nostri cari animali:

1) Non “dimenticare” mai un animale incustodito dentro l’auto: in questo periodo la temperatura interna dell’abitacolo sale rapidamente, anche con i finestrini aperti, e può raggiungere fino a 70°. Lasciarli nell’abitacolo dunque è una disattenzione che può condannarli a morte.

2) Se si dovesse notare un animale chiuso all’interno di un’automobile prestare attenzione ai sintomi di un colpo di calore (problemi di respirazione, spossatezza generalizzata). In questi casi un intervento immediato può salvargli la vita: se non si riuscisse a rintracciare il proprietario dell’autovettura, chiamare subito le forze dell’ordine chiedendo di far intervenire un carro attrezzi per spostare l’auto all’ombra. Fino al loro arrivo, è necessario abbassare la temperatura interna: bagnando la carrozzeria dell’auto, versando dell’acqua all’interno dei finestrini nel caso non fossero completamente chiusi per bagnare l’animale o farlo bere, sistemando giornali, teli o cartoni sul parabrezza e sui finestrini. In casi estremi è accaduto che cittadini abbiano rotto il finestrino dell’automobile per soccorrere il quattrozampe ed evitargli una morte certa. In queste circostanze l’ENPA, considerando come prevalente la salvezza dell’animale, offre il proprio sostegno legale.

3) In caso di ipertermia (la pelle scotta, l’animale barcolla o ha difficoltà a respirare) è necessario abbassare la temperatura all’animale bagnandolo con acqua fresca e applicando nell’interno coscia i siberini (i contenitori quadrati che contengono acqua ghiacciata e che vengono usati per tenere bassa la temperature dei frigoriferi portatili) coperti con una busta o con del tessuto per evitare di ferire la pelle dei quattrozampe.

4) Non costringere i cani a sforzi eccessivi. Sono assolutamente da evitare le passeggiate nelle ore più calde della giornata: oltre al colpo di calore, l’animale può scottarsi le zampe sull’asfalto arroventato. E’ consigliabile portare con sé una bottiglietta di acqua e una ciotola. Da evitare anche le gare o le attività sportive.

5) Anche i pet sono soggetti alle scottature solari. È possibile proteggerli applicando una crema solare ad alta protezione alle estremità bianche e sulle punte delle orecchie prima di farli uscire.

6) Per i pesciolini: l’ENPA ricorda che obbligare questi animali a vivere in un acquario significa infliggere loro inutili sofferenze. Tuttavia, chi dovesse possedere un acquario non dovrebbe esporlo al sole diretto. E’ inoltre importante cambiare l’acqua regolarmente avendo cura di togliere le alghe che si formano. Chi avesse un laghetto in giardino deve riempirlo regolarmente per compensare l’acqua che evapora e sostituire così l’ossigeno perso. Lo stesso vale per canarini e criceti che non dovrebbero essere costretti alla cattività e che, comunque, non dovrebbero mai essere lasciati sul balcone al sole diretto; le gabbiette vanno posizionate in un luogo fresco, arieggiato e ombreggiato.

7) Attenzione ai parassiti. Meglio applicare preventivamente un antiparassitario adatto alla specie e alla taglia: alcuni prodotti per cani possono essere letali per i gatti. Per i cani è fondamentale prevenire le punture dei flebotomi (sono simili alle zanzare) che possono trasmettere la leishmaniosi. In commercio sono disponibili anche preparati a base di olio di Neem, potente disinfettante e antiparassitario, che non presenta alcuna controindicazione anche per i soggetti più sensibili.

8) Allarme parassiti anche per i conigli e le cavie. In questo caso è necessario ispezionare attentamente ogni giorno l’animale per verificare l’eventuale presenza di uova di mosche sul pelo (infestano anche i cani), tenere pulito il luogo in cui vivono e cambiare almeno due giorni alla settimana la lettiera o il fondo.

In caso di dubbi è consigliabile consultare il proprio veterinario di fiducia. Le oltre 150 sezioni ENPA presenti sul territorio nazionale sono comunque a disposizione con ulteriori consigli e indicazioni.

(documento pubblicato nelle news di ENPA – 17 giugno 2013)

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Trattamento antiparassitario

Prendiamo in considerazione il trattamento dell’animale e dell’ambiente in cui vive e transita, altrimenti si creerà un circolo chiuso di reinfestazione (vale a dire che l’animale continuerà a riprendersi le pulci, dalle uova che queste hanno disseminato nell’ambiente, dato che sopravvivono fino a un anno circa dopo la loro deposizione).

Per risolvere il problema, consigliamo un prodotto che determina la morte delle pulci o zecche nelle 24 ore dopo la sua applicazione. Il trattamento può essere effettuato con prodotti spray, oppure in gocce d’applicare tra le scapole dell’animale. Si consiglia comunque sempre di consultare il proprio veterinario prima d’effettuare qualsiasi trattamento.
Questi prodotti devono essere lasciati asciugare completamente, comunque essendo essenzialmente a base alcolica l’asciugatura è veloce, ma attenzione a non fumare durante l’applicazione perché il prodotto è infiammabile.
In generale il trattamento antiparassitario va ripetuto una volta al mese nel gatto che esce di casa, che ha possibilità d’infestarsi venendo a contatto con animali portatori di pulci o zecche. Vi ricordiamo inoltre che sia le zecche che le pulci possono trasmettere ai vostri animali delle malattie, per questo motivo il prodotto antiparassitario deve essere utilizzato prima che l’animale si prenda dei parassiti esterni, proprio a scopo preventivo.

Trattamento ambientale
Il trattamento ambientale viene effettuato soprattutto nel caso in cui il vostro animale sia portatore di molte pulci o se si sospetta che l’animale sia infestato dai parassiti da molto tempo. Per questo tipo di trattamento si usano degli spray autoeroganti, cioè degli spray che, una volta avviati, creano una specie di “ nube” che raggiunge ogni interstizio e fessura, quindi ogni luogo dove potrebbero essere nascoste le uova di pulci.

Questi spray sono tossici per gli animali e per gli uomini, quindi devono essere attivati solo dopo aver evacuato dall’ambiente persone e animali. Le piante invece non subiscono danni. Ogni bomboletta è sufficiente per un definito numero di metri cubi, quindi dovrete fare il calcolo di quante bombolette saranno necessarie per trattare l’appartamento, a seconda del tipo di bomboletta usata.
Per effettuare il trattamento potete organizzarvi in questo modo: posizionare ogni bomboletta nel punto in cui la lascerete per esplicare la sua azione (solitamente in mezzo ad una stanza o corridoio), chiudere tutte le finestre, aprire tutti gli armadi della biancheria (per permettere al prodotto di entrare anche dentro luoghi chiusi) e, infine, togliere qualsiasi confezione di cibo aperto e sigillare i vari mobili della cucina che contengono generi alimentari, utilizzando dello scotch di carta. Quindi, schiacciare i pulsanti erogatori e allontanarsi velocemente. Per ulteriori informazioni i nostri veterinari rimangono a vostra disposizione.

N. B.: i gatti, essendo animali molto puliti, non necessitano d’essere lavati.

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Piante tossiche

Esistono piante in commercio che, se ingerite dai gatti, possono dare effetti inaspettati e malessere.
I sintomi più comuni sono: vomito, eccessiva salivazione e abbattimento. 
In questi casi vi consigliamo di portare subito il gatto dal vostro veterinario di fiducia e comunicargli il tipo di pianta ingerita e il quantitativo.
Di seguito sono elencate le piante, gli arbusti e i vegetali tossici, velenosi o comunque nocivi ai gatti. 
In considerazione del fatto che ogni pianta ha tossicità di livello diverso e che le sostanze nocive possono essere contenute nei frutti così come nelle foglie o nelle radici, vi consigliamo di consultare in ogni caso l’elenco e, senza eccessivi allarmismi, custodire queste piante in ogni caso lontano dalla portata dei vostri animali.

A
Abro, liquirizia indiana, albero del rosario, jequirity
Acacia (mimosa)
Acetosa, erba brusca
Achillea, millefoglio
Aconito napello
Actea, erba di S. Cristoforo
Agapanto
Agave
Aglaonema
Aglio (crudo)
Agrifoglio
Agutoli, spinacristi
Albero dei paternostri
Albero del sapone
Albicocco (noccioli)
Alchechengio, chichinger
Alloro americano
Aloe vera
Amanita (fungo)
Amaranot
Amarillide
Anagallide
Anturio
Araucaria
Arisaema triphyllum
Asparagina ornamentale
Asparagina ricadente
Avocado
Azalea, rododedro

B
Bella di notte
Belladonna
Biancospino
Bignonia rampicante
Bosso
Bucaneve

C
Caladio
Calancoe (daigremontiana)
Calla
Calmia ornamentale
Calta palustre, farferugine
Campanella rampicante
Canfora
Cannarecchia
Celastro
Cestro
Chelroitèria
Cicas
Ciclamino
Cicuta maggiore
Ciliegio (noccioli)
Ciliegio d’inverno
Cineraria
Cipolla (crudo)
Clematide
Clivia
Colchico, zafferano bastardo, croco (improprio)
Coleus
Colocasia, taro
Columnea
Coriaria
Cotone egiziano
Crisantemo, margheritone
Croton

D
Dafne, mezereo
Dalia, giorgina
Datura, stramonio
Delfinio, spernella
Dicentra
Dictictis buccinatoria
Diffenbachia
Digitale purpurea
Dracena delle Canarie
Dulcamara

E
Edera
Edera terrestre
Elleboro
Erba medica, erba Spagna
Erba sudanese, sorgo gentile
Eucalipto
Euforbia (anche cactiformi)
Eupatorium rugosum
Evonimo giapponese

F
Fava
Felce aquilina, felce maggiore
Ficus
Filodendro
Fitolacca

G
Garofano
Gelsemio
Gelsomino
Geranio
Giacinto
Giglio (tutti)
Giglio rampicante
Ginepro (comune)
Glicine
Gissofila
Giucastrello marino
Giusquiamo

H
Heteromeles arbutifolia
Halogeton

I
Iperico
Ippocastano, castagno d’India
Iris

K
Koelreuteria

L
Lantana
Làppola
Lauroceraso
Licium
Ligustro
Lino (da fibra tessile)
Lobelia (cardinale)
Lonicetra rampicante
Lupino

M
Maggiociondolo, laburno
Mandorlo
Marijuana
Melanzana
Melo (semi)
Menispermo rampicante
Momordica rampicante
Monstera, filodendro perforato
Morella
Mughetto, giglio della valle

N
Narciso (trombone)
Noce nero americano
Noce moscata
Noce vòmica

O
Oleandro
Ornitogalo, latte di gallina
Ortensia
Ortica
Oxytropis sericea

P
Papavero d’Islanda
Patata
Peonia
Pesco (semi)
Pervinca
Peyote (cactus)
Phoradendron flavescens
Piracanta
Pisello ornamentale
Pistia stratiotes (da acquari)
Podofillo
Poliscia
Pomodoro (parti verdi)
Pothos, scindapsus
Porro (crudo)
Primula
Prunus

R
Rabarbaro
Ranuncolo
Robinia, falsa acacia
Ricino
Rododendro, azalea
Rudbeckia laciniata

S
Sambuco
Sanguinaria (canadese)
Sansevieria
Scalogno (crudo)
Schefflera, brassaia
Senecio
Senecio succulento
Sofora (robinia giapponese)
Sommaco velenoso
Sorgo selvatico
Singonio
Spinacio
Spincervino, spino quercino
Spatifillo
Stella di Natale, poinsettia
Stephanotis
Susino giapponese
Simplocarpo

T
Tabacco ornamentale
Tasso
Tossicodendro
Trifoglio
Tulipano

U
Uccello del Paradiso Strelitzia reginae

V
Vischio
Vite vergine, vite canadese
Vite americana

Z
Zygadenus venenosus

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