Lilly ribattezzata Licia
Category : Storie a lieto fine
Storia di Licia (ex Lilly), ovvero come risolvere qualche problema…
PREMESSA: Lilly, a oggi ribattezzata Licia, è stata adottata presso la nostra associazione quando aveva solo un paio di mesi di vita. E’ cresciuta in un contesto familiare dove erano presenti dei bambini, ma dopo un solo anno, la gatta è stata resa alla nostra associazione, per presunti nuovi problemi d’allergia da parte di uno dei figli.
La valutazione comportamentale effettuata a seguito della restituzione della micia, faceva emergere una notevole imprevedibilità da parte della gatta, alla semplice visione delle mani. Infatti, come le vedeva in movimento o ferme, le associava a una preda da mordere e graffiare.
Questo purtroppo avviene quando un gatto viene fatto giocare, fin da piccolo, utilizzando le mani e non i vari giochi che possiamo comprare o costruire per i nostri mici. Questo tipo d’interazione uomo / gatto è altamente sconsigliata perchè alcuni di loro arrivano a mettere in atto comportamenti sempre piu’ imprevedibili nei nostri confronti e a fare dei veri e propri attacchi.
Pertanto, per la seconda volta ENPA ha dovuto occuparsi della gatta, con il difficile compito di doverle trovare una seconda adozione.
MA ECCO A VOI COSA SCRIVE LICIA:
Quando, con molti miei spaventati miagolii, fui chiusa nel trasportino per lasciare l’Enpa, Lucia mi disse: “ Lilla (allora mi chiamavo così) hai trovato l’America!” Sì, in effetti mi aspettava un nuovo mondo ed ero fortunata ad aver trovato un’adozione, dopo un lungo tempo di attesa. Ora sono una gatta felice con due umani che comprendono i miei timori e le mie reazioni a volte poco ortodosse, mi vogliono bene, ricambiati da parte mia ed ho inoltre una casa con tanto spazio per correre e giocare. Lo spazio mi piacque subito e, appena arrivai, mi misi a esplorare il mio nuovo territorio con i tanti oggetti e i tanti odori di cui appropriarmi. Ora trascorro delle giornate piene di impegni: alla mattina ho una lunga seduta di bird-watching davanti alle finestre del soggiorno che guardano su un giardino, meta e ricovero di numerosi pennuti, poi ci sono le rincorse alle palline di carta argentata, che immancabilmente infilo sotto i mobili e tento poi di recuperare con evoluzioni varie. Naturalmente ci sono i lunghi sonni sulle poltrone: di solito le utilizzo a turno, così le rendo più indubitabilmente mie; altri pisolini li schiaccio in braccio a Luisa , magari con accompagnamento di pasta sul golf, quando si siede a leggere. E poi c’è il formidabile capitolo “pasti”, per questi cerco sempre di muovermi un po’ prima dell’orario stabilito e di reclamare un anticipo e magari anche un’ aggiunta alla razione; sono in effetti un po’ famelica, cosa che non va tanto bene con il mio pancino prominente ed il peso non proprio ideale, ma certe bustine a base di tonno mi piacciono proprio alla follia! E poi il mio ruolo non è di “miss gatta”, ma di gatta sana e felice per la gioia mia e dei miei umani d’affezione!
Licia (ex Lilly)
ED ORA ECCO COSA SCRIVE CHI HA ADOTTATO LICIA:
I gatti sono stati una presenza costante nella mia vita; purtroppo la mia esperienza più recente ha avuto l’esito doloroso della morte per un virus fulminante della gattina, la dolcissima Funny, che avevo adottato qualche tempo dopo il decesso della mia micia Lilù, stroncata da un tumore dopo nove anni di felicemente totale condivisione di vita.
Così, dopo questi eventi traumatici, mi sentii nuovamente pronta per una nuova esperienza con un gatto, chiesi prima di tutto a Lucia Bellini e alla Dott.ssa Elena Pezzoli di aiutarmi a scegliere una gatta (tendo sempre a privilegiare il genere femminile) di comprovata buona salute; pensavo anche ad una micia adulta, contando la non più verde età di mio marito e mia. Mi fu proposta l’adozione di Lilly, sanissima, ma con qualche problema comportamentale, espresso in imprevedibili accessi di esuberanza, il cui iter di vita contava un’esperienza di un anno presso una famiglia, seguita da una successiva lungodegenza in Enpa. Accettai con convinto entusiasmo e attesi che la micia, che ero andata con felice esito ad incontrare e che conoscevo già dalla scheda in rete, fosse sottoposta al controllo medico per poter essere dimessa e ufficialmente affidata. Di Lilly, a cui per suggellare la svolta di vita, cambiammo il nome in Licia, mi colpì subito lo sguardo vivacissimo e curioso degli occhi verdi su un musino segnato da un buffo triangolo nero sul naso. Le preoccupazioni dell’inserimento nel nuovo spazio della casa furono subito superate: appena liberata nello stanzino dove avevo approntato la lettiera, la micia si lanciò senza alcun timore in un’esplorazione sistematica di tutti gli ambienti dell’appartamento, accettandoci subito come umani di riferimento con il caratteristico struscio testa- dorso- coda sulle nostre gambe e facendo onore alla ciotola di cibo nello spazio ristoro in cucina. Scelse poi una poltroncina del soggiorno per riposarsi e di notte si accomodò sul nostro letto, addormentandosi tranquillamente. Tutto sembrava perfettamente a posto: la micia e noi assolutamente felici. I problemi di Licia cominciarono a emergere progressivamente nei giorni successivi; la gatta temeva il movimento delle mani, per cui il naturale impulso di accarezzarla doveva essere frenato, pena graffi e soprattutto morsi, dolorosi dati gli splendidi dentini da piccola belva; pur cercando di farla interagire con noi nella vita domestica e invitandola al gioco (adora rincorrere le palline di carta stagnola), evitammo ogni iniziativa di contatto fisico, lasciando che fosse lei a scegliere le modalità di approccio nei nostri confronti; in realtà la gatta aveva voglia di avvicinarsi a noi e di testimoniarci affetto, infatti si strusciava nelle gambe facendo le fusa, si sdraiava sul dorso e sulla pancia accogliendoci al rientro in casa e soprattutto non perdeva occasione di saltarmi in braccio quando mi accomodavo sul divano o sulla poltrona, accompagnando la sua sistemazione con fusa di soddisfazione e con estasiati “impastamenti” sui miei golf di lana. La forma di aggressività di Licia si manifestava in imprevedibili attacchi proprio in queste occasioni di apparente relax: accovacciata in braccio, si voltava per un repentino attacco alle mie mani, pur immobili a reggere un libro.
L’altro problema che Licia presentò fu riguardo alla pulizia: entrava regolarmente nella cassetta per urinare, ma deponeva le feci fuori, immediatamente all’esterno della cassetta. Per questa inaspettata “grana” presi subito l’iniziativa di accostare alla prima lettiera chiusa una seconda aperta, che per qualche tempo sembrò funzionare; le deiezioni fuori delle lettiere si ripetevano tuttavia, nonostante l’igiene curatissima delle medesime. Per superare una situazione di stallo, decisi di contattare la sempre gentile e disponibilissima Lucia Bellini per qualche consiglio. Riguardo al problema della evacuazione impropria, Lucia si informò sul comportamento della micia e sul tipo di raspamento nell’agire sulle lettiere e, alla luce del parere richiesto ad una terapista comportamentale di suo riferimento, secondo la quale le deiezioni esterne alla lettiera sono causate da uno scrupolo di pulizia (alcuni gatti non vogliono cioè defecare dove hanno urinato), mi suggerì di mantenere le due lettiere accostate, ma di arricchirle riempiendole ulteriormente di sabbia, perché la micia avesse più agio nell’azione di raspare e coprire. Aggiunsi di mia iniziativa un certo spostamento delle lettiere nello stanzino, in modo da coprire gli angoli che la gatta sceglieva per deporre le feci.
L’insieme delle operazioni ha avuto esito positivo: le deiezioni esterne non si sono più verificate (meno male!) e Licia utilizza correttamente le lettiere, che devono rigorosamente permanere una per l’urina e l’altra per le feci.
Relativamente al problema dell’ aggressività: fermo restando che Licia vede evidentemente nelle mani che si muovono una minaccia ( prova è che si lascia accarezzare sul fondo schiena quando è sdraiata a testa ferma e non vede perciò la mano) e che quindi bisogna evitare ogni movimento che la spaventi, cerco di leggere i preavvisi degli improvvisi agguati nei suoi atteggiamenti che sono poi quelli canonici descritti dai testi: orecchie abbassate, sguardo fissamente intenso, fauci socchiuse; quando individuo questi segnali, cerco di distrarla con un giochino che tengo a portata di mano o, se possibile, vedo di allontanarmi. Devo comunque dire che negli ultimi tempi (sono ormai cinque mesi che Licia è con noi) l’aggressività è andata progressivamente diminuendo e gli attacchi, che sembrano sempre più rientrare nella categoria della richiesta di attenzione, si limitano ad afferrare senza stringere le nostre mani ( o le gambe). Chissà, forse in un futuro non troppo lontano riuscirò anche ad accarezzare questa mia carissima gattina!
Luisa
Come responsabile delle adozioni effettuate presso la nostra associazione, ringrazio di cuore la Sig.ra Luisa per quanto ha scritto.
Mi auguro che la sua esperienza, possa essere esempio per chi vuole adottare uno trai i tanti mici ” non facili”.
Inoltre, quello che mi preme di più sottolineare è il far comprendere quanto sia importante relazionarsi correttamente con i gatti, contrariamente è inevitabile che nel tempo insorgano diversi problemi comportamentali che renderanno difficile l’interazione e convivenza con il vostro gatto.
Per qualsiasi chiarimento in merito, rimango a vostra disposizione.
Lucia B.